Come tutti voi anche io mi sono fermato. E in questo silenzio che mi circonda, in quest’atmosfera metallica, vuota eppure piena di tensione, intorno a me gli aghi sembrano bucare l’aria. La carne.
Mi sono fermato. E in un momento in cui tutto è confusione, dolore e paura, mi sono tornate in mente le parole di Al Pacino in quel meraviglioso monologo di Ogni maledetta domenica. “Siamo all’Inferno” dice “e possiamo rimanerci oppure aprirci la strada scalando le pareti dell’Inferno”.
Così ecco che all’improvviso intorno a noi è guerra e siamo tutti soldati. Contro un nemico invisibile che attacca in silenzio, sconvolge il presente e ci ha rubato il passato.
C’è chi lotta sul campo di battaglia, chi dal salotto di casa. E poi ci siete voi: gli artisti.
La vostra guerra si combatte dentro. Da sempre.
Conoscete il sapore del sangue. Il dolore lacerante delle ferite profonde. Quelle che lasciano il segno.
Ma il vostro nemico è anche la vostra armatura. Il vostro stesso sentire. Diverso. Scomodo. Prezioso. Il vostro talento: il vostro dono.
Mi sono fermato.
Ho visto l’Inferno intorno. E ho pensato che dobbiamo risalirne le pareti. Lasciando un segno.
Ciò che stiamo vivendo passerà alla storia. Quest’apocalisse ce la porteremo dentro per sempre. La vostra arma è l’arte, trasformate in arte questa violenta tempesta che adesso ci travolge. Date forma ai demoni per stracciarli in mille pezzi e ricomporli in nuovi segni e nuovi disegni. Che restino per sempre sulla nostra pelle a ricordare che insieme ce l’abbiamo fatta.
E che non siamo più gli stessi.
Perché lo so che tutto andrà bene. Ma servirà tanto inchiostro per rendere onore alle nostre cicatrici.
Questa è una chiamata alle “arti”.
Prendete carta e inchiostro. Vomitate quel che avete dentro.
Firmate la Storia.
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Una chiamata alle arti per mettere in circolo tutta la creatività (italiana)!